Estar entre tu mateixa
Entre els teus cabells
Entre els teus dits
Entre els teus suspirs
Estar entre els teus incerts,
Entre els teus desitjos
Entre els teus plaers
Beure part dels teus liquids mullats
Arrancant-te dels teus orígens
Cap els meus orígens
I després de cada mar d amor
Trobar-nos els fi dels confins
Eterns
Entre tu mateixa
Entre els teus incerts
Nu
Perquè m estimes incondicionalment
sé que et tinc a prop
i quan estem nus
increïblement és quan
tot és més pur...
Perquè m' apropo i més
sense condicions ni criteris
lliure de misteris
sense perdre encanteris
de plaer
tot és més pur...
Perquè quan
a tu en soc nu
a mi ets única
i en complert per tu
tot és més pur...
la calma després de l' orgasme
l' orgasme després de la calma
després l' orgasme de la calma
després la calma de l' orgasme
tot és més pur...
i no s' acaba mai...
t' estimmmmmmmmmmmmmm
Mentre se n' anava el va consolar la impressió agradable que ja l' havia rebut en arribar... en l' obscuritat de la sala d' espera, el seus ulls avien estat al principi com una papallona negra que hagués anat volant cap a ell; ara, en abandonar En T. la casa, queien lentament travessant l' obscuritat com negres flocs de neu. En aquesta criatura hi havia quelcom de fada, tan inadvertidament dolç que, fins que ell no es va trobar de nou al carrer, no es va donar de la visió de la noieta, després estat senzillament, era extraordinàriament vital i resfrescant... t' estimmmmm...mmmmmm...
Me sirve y no me sirve
La esperanza tan dulce
tan pulida tan triste
la promesa tan leve
no me sirve
no me sirve tan mansa
la esperanza
la rabia tan sumisa
tan débil tan humilde
el furor tan prudente
no me sirve
no me sirve tan sabia
tanta rabia
el grito tan exacto
si el tiempo lo permite
alarido tan pulcro
no me sirve
no me sirve tan bueno
tanto trueno
el coraje tan dócil
la bravura tan chirle
la intrepidez tan lenta
no me sirve
no me sirve tan fría
la osadía
sí me sirve la vida
que es vida hasta morirse
el corazón alerta
sí me sirve
me sirve cuando avanza
la confianza
me sirve tu mirada
que es generosa y firme
y tu silencio franco
sí me sirve
me sirve la medida
de tu vida
me sirve tu futuro
un presente libre
y tu lucha de siempre
sí me sirve
me sirve tu batalla
sin medalla
me sirve la modestia
de tu orgullo posible
y tu mano segura
sí me sirve
me sirve tu cuando eres tu
sólo tu y no el otro y sus
imbecilidades y circunstancias
eso no te sirve
dona de la
meva vida
L' ILIADA
AMIGA CLICA AQUI: IL RACONTO DE LA ILLIADE
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AMIGA CLICA AQUI: BADA LA PARAULA
ILIADE
Un progetto di Alessandro Baricco
L'idea è quella di leggere in pubblico l'Iliade. Un reading lungo una dozzina di ore, diviso in tre serate. Una scena essenziale, costumi appena accennati, una fonica impeccabile. Un grande schermo e il primo piano del lettore. Spesso, ma non sempre, musica, in parte live, in parte registrata. L'idea è questa. Ovviamente è qualcosa che per me continua idealmente il lavoro fatto prima con Totem e poi con il City reading project: provare a mettere la narrazione orale, forse addirittura la pura parola, al centro dell'attenzione, e farne una forma di rito, di emozione collettiva, di spettacolo.
C'è del pubblico che mi segue in questa ricerca: così ho pensato che un'altra tappa si poteva fare: e l'Iliade, tra i tanti viaggi possibili, è quello che adesso mi affascina di più.
Leggere l'Iliade, oggi e in pubblico, significa inevitabilmente riscriverla: adattarla per quel gesto particolare. Questo tratto del lavoro, ovviamente, è quello che mi riguarda più da vicino. Ho lavorato a un testo più corto, in prosa, in un italiano normale (non poetico né falsamente antico); e ho pensato a una dura storia di uomini in guerra, dove dei e creature mitiche sfumano sullo sfondo, ormai divenuti inutili. So che tutto questo suona tremendamente ambizioso (riscrivere Omero?) ma in realtà io lo interpreto come un modesto lavoro di servizio: è come una traduzione, o un adattamento. Nell'ottocento, in Italia,si traducevano i poemi omerici in poesia, con il gergo e le tecniche della poesia del tempo. Lavoro che oggi sembra assurdo, ma che in realtà era un modo di appropriarsi di quella storia dandole lo sfondo sentimentale e le forme stilistiche di quel tempo. Perché non dovremmo fare lo stesso noi? Perché non provare a cercarela nostra Iliade?
Quanto al modo di leggerla, questa Iliade, ho in mente qualcosa che viene direttamente da Totem e dal City reading project. Qualcosa che sta tra il puro diventare suono della scrittura e l'autorità emozionante del narratore in carne e ossa. L'unica cosa di cui son sicuro è che non c'entra con il recitare: per il resto ogni tanto incontro quel che cerco e allora lo riconosco; ogni tanto lo manco clamorosamente e allora mi annoio. Per l'Iliade lavorerò con una dozzina di lettori. La maggior parte sono attori (che per lo più vengono dal cinema); tre, più me, sono scrittori (gli scrittori, quando non hanno problemi di timidezza, leggono molto bene, perché credono nella scrittura e non in se stessi)
Ho riorganizzato il testo omerico in tanti racconti in soggettiva (per dire, il primo canto diventa il canto di Criseide: è lei che racconta). In pratica ne è venuta fuori una sequenza di una ventina di monologhi.In ognuno un lettore racconta la storia a nome di un personaggio particolare: e in qualche modo diventa quel personaggio. Penso a una fluviale narrazione che di volta in volta assume la faccia, la bellezza, la voce, il colore sentimentale di una persona diversa. Quanto a me, leggerò tre di quei monologhi (uno a sera) e cercherò in scena di introdurre gli altri, di legarli insieme. In qualche modo vorrei riuscire alla fine a comunicare la mia passione per quel testo. Niente di diverso da quello che facevo a Totem, per capirsi.
Due parole ancora sulla musica. Il progetto musicale l'ho affidato a Giovanni Sollima, perché è un musicista anomalo, uno di quelli che confondono le idee sui confini tra musica colta e musica altra. Ho lavorato con lui al City reading project, e lì ho scoperto che abbiamo un modo molto affine di inseguire le emozioni: così mi è parso naturale continuare con lui. Quello che gli ho chiesto è di riversare nel fiume della narrazione il suo mondo musicale, non necessariamente la sua musica: quello che gli suona nella mente, magari scritto o suonato o cantato da altri. Così alla fine verrà fuori una specie di colonna sonora costruita su suoni del mondo, o quanto meno del mondo che lui ha in testa. Lui sarà sul palco, a lavorare la musica registrata: e a tratti userà il suo violoncello per macchiare quei suoni, o prolungarli, o integrarli. Credo che sarà un bel sentire. Fermo restando che questo è uno spettacolo di parola, e le voci sono la prima e fondamentale musica che suoniamo.
Un'ultima cosa. Quando racconto questo lavoro, spesso la gente mi chiede: perché proprio l'Iliade? Alcuni vorrebbero l'Odissea (che io non amo, tranne il finale), o magari Dante o Ariosto. Ho due risposte: la prima è che l'Iliade mi sembra una storia bellissima. La seconda è che godere del racconto di una guerra mi sembra una cura efficace per allontanare il desiderio (tragico ma legittimo) di godere facendo la guerra. AB
LA MIA MADONNA
Edvard Munch
Lui era seduto, le braccia intorno alla vita di lei. La sua testa era vicinissima a lui. Che strana sensazione avvertire così vicino i suoi occhi, la sua bocca, il suo seno. Poteva distinguere ogni ciglia dellocchio. Scorgeva le linee ombreggianti allinterno dellocchio. Poteva guardare attraverso i capelli e le pupille erano ingrandite nella semioscurità.
Le toccava le labbra con le dita, il tepore della sua carne lo commuoveva e le labbra si allargarono fino ad un sorriso. Sentiva i grandi occhi grigio blu appoggiarsi sui suoi. Guardò la sua spilla, risplendeva di una luce rossa, la sentiva con le sue dita tremanti. Poggiò la testa sul suo seno, percepiva le pulsazioni del suo cuore e quelle labbra tremanti sul collo. E questo gli dava un fremito per tutto il corpo, un piacere sensuale tremante e si spingeva convulsamente contro di lei.
Un buio profondo, dallintenso color viola stava scendendo su tutta la terra: sedevo sotto un albero, le foglie cominciavano a diventare gialle. Lei era accanto a me: aveva chinato la sua testa sulla mia, i capelli rosso sangue penetravano tra i miei, si attorcigliavano intorno a me come un serpente sanguinolento.
Si era allontanata non so perché e sempre più si allontanava verso il mare. Quando improvvisamente avvertì la presenza di una rete invisibile, che dai suoi capelli mi avvolgeva completamente. Poi lei scomparve del tutto nellacqua e allora ebbi la sensazione di un dolore acuto perché la rete non poteva essere più sciolta.
Ti desidero quando il tuo sguardo è stanco e affaticato, quando hai sulle labbra quella smorfia di dolore a causa della tua sofferenza, quando il tuo volto è pallido, quando mi sfiora il pensiero che anche tu pensi a me e io ti desidero non più di quanto esista la certezza del male. Lumanità è una malattia della terra. Il duro scorpione della terra ha emesso gocce e fango, che sono diventati uomini e animali.
Si può vivere per un amore ma si può vivere anche per un odio. Tante volte quando eravamo insieme e tu posavi dolente la tua testa sulla mia, mi sono chiesto se realmente ti desideravo: ti desidero quando ti vedo per la strada alta elegante e pallida, soprattutto quando di notte il tuo volto si appoggia su di me con quellespressione dolorosa sulla bocca. Ti desideravo in quelle notti in cui ti allontanavi sorridendo: come una baccante in mezzo ad un gruppo di ammiratori. Ma soprattutto desideravo te, il tuo volto, quando quel giorno sei andata dallaltro.
Entra, guarda quante nuvole disse. Entrai, mi diressi verso di lei: il cielo era rosso sangue. Sembra quasi un drago doro disse. La presi per la vita, la sua testa riposava sulla mia.
Rimanemmo così per lungo tempo, una corrente sanguigna straordinariamente calda mi attraversò il corpo: la spinse lentamente verso di me. Ma lei si scostò: indossava una strana veletta che le oscurava gli occhi. Rimanemmo in silenzio. Poi siamo usciti e ci siamo seduti luno accanto allaltro. percepii il suo calore e il suo corpo appoggiato al mio.
Ci baciamo a lungo. Nel grande atelier solo un grande silenzio. Mi appoggiai con la guancia su di lei e le scompigliai i capelli.
Il volto sinfiammò. Le dissi di aver fiducia in me, ma lei non rispose. sentii lacrime brucianti sulla mia mano: allora la guardai, i suoi occhi erano luccicanti e pieni di lacrime.
Che coshai le chiesi. Cercai di afferrarla come un bambino, lei si avvicinò a me in modo spasmodico.
Mia piccola bambina, so cosa cè e le accarezzai i capelli neri. Temo che tu sia malata la tua passione. Non rispose, rimase in piedi con i capelli in disordine, gli occhi luccicavano attraverso le lacrime.
Ti odio disse.
Come, mi odi non ti ho fatto nulla di male, baciami, dì qualcosa di bello.
Mise in ordine i suoi capelli senza dire nulla.
Dammi la mano, e me la diede.
Mi guardò a lungo.
Possiamo dire di essere felici come prima. A lungo ci tenemmo per mano.
Non ci sono radici e luomo è un albero. La terra suda fango e questo si trasforma in piante, animali e uomini. Luomo è un albero che mantiene salde le sue radici con la terra. E la terra è un qualcosa tra un albero con rami bellissimi e le radici. Un albero percepisce chiaramente il punto in cui cresce un ramo e questo è un presentimento: questo è il destino.
Ora ci sono due alberi. Due esseri umani sono come due sfere che si incontrano nello spazio.
Sono venuto al mondo per essere malato: la neve ha gelato le mie radici, il vento ha bloccato la crescita del tronco, il sole bruciante della vita non risplende sui germogli verdi e così lalbero della mia vita è stato spezzato sul nascere: sentivo che tutto era stato fatto troppo presto. E così non rimase altro che sperare di poter salire la piccola scala per poter accedere finalmente alle vicinanze del fuoco luminoso della vita.
Ma il mio posto nel mondo era lontano dal sole, mentre lei ha avuto la forza di chiedere al sole foglie e fiori sui rami. Ma così come era arrivata è andata via: le sue radici erano piantate nella terra concimata, il suo tronco era illuminato dal sole in modo da far crescere i rami; le foglie e i rami erano presenti fin dallorigine e lei non era mai stata lontana dal sole. Aveva luce sufficiente sia per trasformarsi che per soffrire. E così il suo albero grande mi coprì di nuvole allontanando per sempre dal mio albero la possibilità di essere riscaldato, anzi, ha portato via con sé anche il calore...
Lamore è qualcosa che assomiglia alla melodia che conclude un brano musicale: la melodia giunge da lontano, lentamente, ma alla fine arriva e soltanto allora fa sentire la sua forza originaria: e poi di nuovo lentamente scompare.
Puoi avvertire la stessa sensazione sulla spiaggia quando scompare il giorno infuocato. Potrai vedere unonda lunga, possente muoversi stancamente verso di te; non sai da dove sia partita né quanto tempo abbia impiegato a formarsi, sai solo che alla fine si romperà contro i tuoi piedi e poi ne arriverà unaltra e poi unaltra ancora e poi unaltra...
Stai pensando a qualcosa di dolcemente triste, ma tu rimani solo con la tua solitudine.
Núbols blancs, espurnes dançaires, clares carícies, pintades impressionistes, que dibuixen paissatges, cims, planures, damunt del teu cos
Blancs en flors, margarides en camps, dances ondulants de vents amarants
Blancs de llençols nusos com els cosos, ardents, humits, mullats, devorats pel blanc de vida, per encontres d esglais, en perfums de brises i ones suaus
blancs de blaus, extasiats, carícies d herba fresca, plens d amor en núbols blancs...
(et pensava damunt dels teus llençols compartits)
Amor vine. Cabells mullats, el meu cos et reclama, la passió et reclama, viatjo y hem mullo, deessa desitjada, la teva veu de lluny m abraça, la teva veu és el raig de llum, la senyal de que t estic acaronant, que visc, que sento, que ets... damunt meu, ficant-te, despullant-te, la calor, la calor, despentinada per l amor, deessa, mullada per l amor, al teu cos desitjat, al meu cos desitjat, creixent de vida, de calor, de passió... presència, aparença, semblança, que precisa sentir, entrar, dins teu, dins meu, en el teu cos, en el meu cos, al meu costat, en el aquí, en el adéu, en el no-adéu... estàs molla, mullada, humida, com aigua volàtil, extasiada, sense fre a la passió, disfressada de princesa nua, acaranoda i acaronant-te tota... posseïda per tu, per mi... Amor vine que el meu cor et crida...
(en el just moment jo era tu i tu eres jo...)
El teu aire jove és un respir, aire de confidències, m abraça, que em passa, em deixo, em perdo, em vinc, em vaig, t escric, et vull veure, escoltar, parlar, parlant, em domines, et domino, quin sentiment que m illumina, que m alimenta, que m esglaia a voltes, sense aturar-se, en un cercle d amor, volant per l univers, en vinc, en vas, junts, no paris, no paris,,,, estimar...estimar... estimar...
(t' enyorava abraçant-te... t' abraçava enyorant-te... prop del teu mar, prop del meu mar...)
Parla'm tendresa, escolta'm tendresa, suspira'm tendresa, recorda'm tendresa: suaument junts, cossos junts, gemecs junts, amors junts...Despertam de nit, de desig, camina amb els teus dits, com que em dius, com que et dic... enreda la teva boca amb la meva, amb paraules de vici, sense treva, amb passió, sense disfressa... a les palpentes, o no, amb les espatlles nues, cap els llençols desfets... Despertam de nit amb el teu cos, amb el teu cor, arrapa m cap a tu... i a poc a poc enfila la nit tu dins meu, jo dins teu, mentre vaig descobrint el que tu ets: un tresor d amor, de desig...
L' ÚNIC CAMÍ ÉS CREURE EN TU, CREU EN TU...CREU EN TU... I SOLS CREU EN TU...
Com cada dia, com cada hora, res semblant cada dia, res semblant cada hora: quan apareixes pel xanfrà i somrius... instants d' amor... com tu... com jo... les mans s' atansen i imaginen que s' agafen (quelcom com un sospir profund) i un viatge de vida... el més a prop a La Floresta... el més lluny on ens deixem volar...
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L' home sense qualitats... (enamora't de la vida com a mínim:
" I sempre és com un miracle, quan, després d' una època de lent i banal decandiment, tot d' un plegat arriba un petit ressorgiment de l' ànima, com va passar aleshores. De l' esperit planer de les dues darreres èpoques s' havia aixecat de cop i volta arreu una gran febre alada. Ningú no sabia exactamentquè estava a punt de néixer; ningú no era capaç de dir si era un company de vida, un home nou, una companya de vida o tal vegada una reorganització de la societat. Per això cadascú en deia el que li semblava. De cop i volta, en totes bandes, hi era present el company de vida; i, el aplegar amb dones plenes d' iniciatives practicas es van envolpar talents que abans s' ofegaven o no prenien part en la vida diaria de cada dia. Hi havia tota la diversitat possible, i el contrast entre els seus objectius no podia ser més gran".
"Hom estimava aquest company de vida o no; hom adorava la salut i el sol, i també la tendresa de les noies amb aires de rpincesa; hom s' entusiasmava amb el gestos; hom era creient i escèptic, naturalista i amanerat, robust i dèbil; hom somniava en les antiques avingudes de palaus, en jardins tardorencs, en estanys de cristall, en pedres precioses, en marijuana, malaltia: oportunitat, dimonis i àngels, però també en praderies, en horitzons immensos, en fargues i en laminadors d' acers i ferros forjats (reixes de jardins interns), en aixecaments dels esclaus del treball i de la vida del segle XXI, en primers pares de la humanitat i en la destrucció de la societat. Per descomptat que tot això eren contradiccions i crits de guerra enormement diversos, però tenien un hàlit comú; si haguessin analitzat aquesta època el resultat hauria estat un absurd com un cercle angulós fet de ferro, però en realitat tot s' havia fos en un sentit llostrejant.
Aquesta il.lusió, que es va materialitzar en la data màgica del canvi de segle, era tan poderosa que alguns i sobre tot algunes-moltes es van llançar, entusiasmades, damunt del nou segle d' Acuari encara intacte, mentre que uns altres continuaven fent vida en el vell com aquell que sap que igualment ha d' abandonar la casa, sense considerar dos comportaments gaire diversos".
Tot i no res, per dir-te que t' estimo Marta...
Tot i no res, per dir-to tot...
Mentres l' esperava a l' estació a La Floresta, llegia:
"Hem guanyat realitzts i hem perdut somnis. Un ja no s'ajeu sota un arbre i mira el cel entre el dit gros i el segon dit del peu, sinó que treballa; tampoc no es pot estar dejú o somniant, si es vol "ser algú com cal": hom ha de menjar bistecs i bellugar-se. És exactament com si la vella humanitat incapaç s' hagués adormit damunt d' un formiguer, i la nova s' hagués trobat en despertar-se que les formigues se li havien ficat a la sang; des d'aleshores ha d' executar els moviments més violents de laboriositat animal..." (L' home sense qualitats).
Mentres l' esperava et recordava en present, Princesa de Montmeló, i caminava descalç en cercle per la Taula Rodona de Sant Quirze... un suspir i un t' estimo...
Página 42: La dama que, després d' una conversa sobre esport i mística va lliurar el seu amor a Ulrich
"Finalment, com moltes dones infelices, va encabir la seva postura en un espai vital, altrament força vacil.lant, d' aversió envers el seu marit inamovible, i va transferir el seu conflicte amb ell a cada experiència nova que la n' havia d' alliberar"
Els trens van passant d' un costat a l' altre... la flaire de l' espígol m' acompanya, arribes i el cercle lluminós del cor a la mirada, de la mirada al cor, que no para, que no para, que no para... t' estimo... t' acompanyo, t' acompanyo, t' acompanya... fins ara amor...
... el somni era Formentera... perquè no????
I com que tenir qualitats pressuposa un cert gaudi de la seva realitat, això permet preveure que a algú que no posseeixi sentit de la realitat ni envers ell mateix, un dia s' escaigui, d' improvís, que tingui la sensació de ser un home enamorat...
I ELL COM PODRIA DIR-HO? POTSER AIXÍ?:
El sentit de la possibilitt es podria definir com la facultat de pensar en tot allò que podria ser igualment i de no deonar més importància al que és que al que no és. És fàcil d' imaginar que les conseqüències d' aquesta disposició creadora poden ser notables; lamentablement, no és estrany que facin semblar falses les coses que hom admira i permeses les que hom prohibeix, o indiferents tant les unes com les altres. Aquest home de la possibilitat viu, com se sol dir, en un entramat de vapors, imaginació, somieig i conjunció; als qui tenen aquesta tendència, hom els en desacostuma enèrgicament i amomena davant d' ells aquestes persones il.lusos, somniadors...fluixos de caràcter i pedants o criticaires... Quan un vol lloar aquests bojos els anomena idealistes...
I per pronunciar correctament aquestes dues paraules li calia tirar-se-li al coll i mirar-se'l afectuosamente amb el cap lleugerament girat i els ulls amb caiguda de princesa... era capaç de dir "moltes gràcies per tot" tan sovint i d' una manera tan normal com un altre diria "carai"... Només tenia un defecte cadea vegada que veia el seu company de vida s' emocionava fora mida... no gens luxuriosa, era d' una sensualitat innata i superior a les seves forces... quan el va conèixer en unes circumstàncies tan novel.lesques i extraordinàriament emocionants, des del primer moment va quedar predestinada a ser pressa d' una passió que al principi i després, en cada moment i en cap, es va convertir en una lluita breu però intensa, de tot i res... com tu... com jo... t' estimo Marta
...abans de la tempesta (llamps i trons i una natura descoberta, boig/boja)...
...mmmmm... a les 0,30 PM en truques...
...un petó i era en la teva boca
les teves mans m acaronaven
tot i res ens portava boig/boja
i els suspirs infinits brullaven,
i els meus dits buscaven la teva blusa
el meu cos t acollia, nit folla
i les boques en instants mullades
mil despostes de boig/boja...
Pujat les mànigues
Pujat les mánigues de la camisa una mica per sobre, que vegi els teus braços i el teu escot femenins femenina Princesa de Montmeló
u n p e t ó . . .
la llenga
el petó
el t estimo
l amor
l aigua
la llàgrima
que corre,
cau, i crida
i plora
el petó,
la llenga
que parla i parla
d amor
la teva cara
erma
dolça
guapa
d' alegria
que plora
el petó
els llabis mullats
de l amant
d aigua
el petó
un petó
subtilment
petó
p
e
t
ó
mmmmmmm...
De Terrassa a La Floresta: 07,30 AM - 08,00 AM
Avui, ens hem trobat davant de l' estació... ens hem trobat amb un somriure... ens hem trobat amb un bondia... amb ganes de fer l' amor... junts hem pujat al tren i amb les mirades em fet l' amor... de fons hem escoltat-compartit: Conèixer-te d' En Tomeu Penya... el "Mala" ha arribat a les seves mans... i junts en acomiadar-nos hem unit els nostres llabis d' amor, de dolçor, de companys de vida... t' estimo Marta...
De mi, que pots compartir
De mi, pots aconseguir, tot el que desitges,tot el que sempre has volgut fer
des d un simple gest material, fins plaers, plaers que mai t imaginares
Com un camí que entra dins meu (que s endinsa com tu vols)...dins teu... Descobrint el meu cos, el teu cos, descobrint els meus pensaments, els teus pensaments, el que el teu amor vulgui aconseguir... Bada, i llançat a mi, obret a l experiència... i després... t agradarà, de ben segur, el que trobaràs... voldràs més, voldràs més i voldràs més...
DÓNA'M LA MÀ
Dóna'm la mà que anirem per la riba
ben a la vora del mar
bategant,
tindrem la mida de totes les coses
només en dir-nos que ens seguim amant.
Les barques llunyes i les de la sorra
prendran un aire fidel i discret,
no ens miraran;
miraran noves rutes
amb l'esguard lent del copsador distret.
Dóna'm la mà i arrecera la galta
sobre el meu pit, i no temis ningú.
I les palmeres ens donaran ombra.
I les gavines sota el sol que lluu
ens portaran la salabror que amara,
a l'amor, tota cosa prop del mar:
i jo, aleshores, besaré ta galta;
i la besada ens durà el joc d'amar.
Dóna'm la mà que anirem per la riba
ben a la vora del mar
bategant;
tindrem la mida de totes les coses
només en dir-nos que ens seguim amant
V.A.E